La diagnosi di laboratorio è utile nel tumore funzionante. Essa prevede la ricerca nel plasma di peptidi prodotti dalla neoplasia e/o di altri marcatori specifici di malattia.
I costi di gestione in questo settore della diagnostica, di solito medio-alti, hanno reso indispensabili scelte mirate da un lato al risparmio, dall'altro alla ricerca di kit sempre più specifici e sensibili.
Sotto quest'ottica, gastrina plasmatica e acido 5-idrossindolacetico urinario (5-HIAA), sono da considerare marcatori peptidici specifici di malattia, a basso costo, la cui titolazione non presenta problemi di ulteriore validazione. In particolare, la gastrina si presenta elevata nel plasma non solo nelle forme di gastrinoma sporadico, ma anche in alcune forme familiari (MEN1) e in numerosi altri tumori a secrezione mista; 5-HIAA, catabolita urinario della serotonina, si può trovare a livelli molto elevati nelle urine dei pazienti affetti da sindrome da carcinoide.
Ciò non toglie che in casi selezionati si possa verificare la necessità di ulteriori determinazioni su plasma per il dosaggio di altri peptici allo scopo di raggiungere una più precisa determinazione del tumore in studio. Si tratta però di kit a costo più elevato, disponibili in pochi centri con relative spese aggiuntive.
Fra i marcatori non peptidici, la scelta è obbligata sulla enolasi neurono-specifica (NSE), espressa dalla maggior parte della cellule a differenziazione neuroendocrina nelle isoforme dell'enzima fosfopiruvato idratasi (sensibilità variabile fra il 40-70%), e sulla cromogranina A, che insieme alla B e C appartiene alla famiglia delle granine, gruppo di proteine acide osservate all'interno dei granuli di secrezione delle cellule neuroendocrine.
La cromogranina A (49 Kda) è costitutita da 439 aminoacidi ed il gene che codifica la proteina è localizzato sul cromosoma 14. Numerosi studi suggeriscono come il dosaggio di questa proteina sia di forte utilità nei pazienti affetti da tumore neuroendocrino.
E' noto che il dosaggio plasmatico della cromogranina A nei pazienti affetti da neoplasia neuroendocrina offre una notevole accuratezza diagnostica con una sensibilità compresa tra il 70-90% ed una specificità tra il 70-80% . La sensibilità per la cromogranina A è superiore a quella osservata per la cromogranina B e C e per la pancreastatina, con valori rispettivamente dell'88, 6 e 46%.
Nella nostra esperienza, il dosaggio plasmatico della cromogranina A risulta particolarmente sensibile nelle forme già metastatiche all'esordio clinico rispetto alle forme primitive localizzate con grading ben differenziato e con basso grado di malignità; nelle forme con alto grado di malignità e in quelle indifferenziate sono state osservate concentrazioni estremamente elevate del marcatore in studio, suggerendo l'opinione che il diametro tumorale, il grading avanzato e l'alto indice di proliferazione siano in grado di stimolare l'espressione della proteina. In particolare, nella maggior parte dei casi di malattia avanzata trattati, si osserva una consistente caduta dei livelli plasmatici della cromogranina A rispetto ai valori basali, a dimostrazione che l'espressione della proteina è fortemente condizionata oltre che dallo stadio della malattia anche dalla risposta terapeutica. Il marcatore presenta caratteristiche adatte sia nel monitoraggio del paziente in corso di trattamento, sia durante il follow up, dimostrando una concordanza fra la variazione dei livelli plasmatici di cromogranina A e l'evoluzione clinica della malattia.
La determinazione della cromogranina plasmatica in qualche caso può presentare una serie di falsi positivi che merita di essere criticamente interpretata allo scopo di evitare diagnosi incongrue di tumore neuroendocrino.